Ipnosi


Ipnosi a sostegno e promozione di risorse mentali ed emotive

Sebbene l’ipnosi sia spesso ammantata da un’aura di soggezione e di pregiudizi, lo stato di trance ipnotica è assolutamente fisiologico e sperimentato naturalmente da tutti noi più volte durante il giorno. Sostanzialmente, si tratta di uno stato di coscienza durante il quale l’attenzione viene diretta in modo molto intenso e focalizzato verso l’esperienza interna piuttosto che verso l’ambiente esterno. Possiamo vivere stati di trance leggera quando siamo molto assorbiti da un pensiero o un ricordo, tanto da poter addirittura sperimentare sensazioni corporee legate a quell’evento come profumi, colori, immagini vivide. Oppure quando siamo estremamente concentrati in una attività, come correre, suonare, dipingere, guidare la macchina. Tipico, a questo proposito, il fenomeno del “pilota automatico”: ci si ritrova a destinazione come “svegliandosi” da uno stato di trance, appunto.

Questo tipo di stato mentale, con i suoi diversi livelli di profondità, ma che mantiene il paziente sempre in uno stato di vigilanza e di piena consapevolezza di quanto sta avvenendo, può attivarsi spontaneamente nel corso della seduta terapeutica e può quindi essere favorito dallo psicoterapeuta formato in ipnosi al fine di poter accedere a memorie, risorse, intuizioni che sostengono il processo terapeutico oppure migliorano la capacità di gestione dei propri stati mentali ed emotivi al fine di poter esprimere con maggiore efficacia le proprie capacità.

Tengo a sottolineare che l’ipnosi rappresenta per me solo uno dei possibili strumenti che utilizzo nella pratica clinica, e che non può garantire risultati “magici” o in tempi brevissimi: come ogni strumento terapeutico l’esito della terapia dipenderà da numerosi fattori che comprendono le caratteristiche del/dei pazienti, del terapeuta e della relazione terapeutica.

Può rappresentare un utile sostegno nel trattamento della gestione del dolore, di stati ansiosi, di memorie traumatiche o nella promozione delle risorse mentali, emotive e fisiche per il raggiungimento di obiettivi personali, professionali, sportivi o artistici.

Un po’ di storia

Storia dell'inposi

Fin dalla notte dei tempi l’essere umano ha ricercato e sperimentato degli stati mentali “speciali”.
Dalle tradizioni estatiche dei popoli protoeuropei a quelle sciamaniche diffuse su tutto il pianeta, sembrerebbe che la ricerca e il bisogno di sperimentare stati di coscienza “speciali” siano strettamente connessi con la stessa storia dell’Umanità ad ogni latitudine: l’utilizzo di sostanze psicotrope, o di musiche e danze, rappresentano solo alcuni dei possibili modi per aumentare la capacità di attivare questi stati mentali. 

Alla fine dell’800, l’ipnosi iniziò a essere considerata come strumento terapeutico e utilizzata nel trattamento di sindromi nevrotiche: Josef Breuer fu insegnante e mentore di Sigmund Freud, il “padre” della psicoanalisi. Ma è con Milton Erickson e con la sua “ipnosi conversazionale” che questa disciplina arriva finalmente a essere esplorata con rigore scientifico e utilizzata con lo scopo di promuovere le risorse degli individui e a lenirne la sofferenza.